La pianta:
E’ una coltura erbacea a ciclo biennale con radice fittonante, ha un fusto eretto alto 5-30 cm sul quale si inseriscono le foglie glabre, molto bollose, con costola centrale e nervatura molto marcata. Le foglie, nelle diverse cultivar, assumono una grande variabilità di tonalità di verde fino a rosso violaceo e si presentano embricate le une alle altre a formare una testa o palla che può essere di forma sferica o subsferica, appiattita o conica. Il cavolo verza è una coltura antichissima e si ritiene originaria dell’Europa.
Il frutto:
La parte edule, testa o palla, è costituita da una rosetta di foglie, che nella parte esterna sono rivolte in fuori ed in quella interna si avvolgono e si sovrappongono formando un cappuccio serrato. Il cavolo verza viene coltivato in tutta Italia con particolare rilievo nelle regioni centro-settentrionali. Le regioni più interessate sono: Piemonte, Puglia, Veneto, Lazio, Lombardia, Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Marche, Molise e Trentino Alto Adige. Per quanto riguarda il panorama varietale, in rapporto al ciclo biologico, si distinguono in varietà estive, autunnali ed invernali.
Caratteristiche nutrizionali:
Il cavolo verza ha un buon contenuto di sostanza secca, è molto ricco di vitamina A, vitamina C e di elementi minerali come il potassio, il fosforo e il ferro.
Gastronomia:
Il cavolo verza può essere consumato cotto o crudo in insalata, oppure, come il cavolo cappuccio dal quale si differenzia per l’odore ed il sapore più marcato, in conserva opportunamente tagliato a strisce sottili e addizionato di sale, pepe ed aromi, per la produzione dei crauti. Tra tutti i tipi di cavolo è il meno digeribile, ha un sapore aromatico e non troppo dolce.