La pianta:
Possiede una radice principale fittonante non molto profonda e numerose radici laterali che si diramano orizzontalmente da quella principale.
Il fusto eretto, lungo 20-40 cm, porta all’estremità un numero variabile di foglie a seconda della cultivar (20-100) che possono essere ravvicinate, grandi oppure oblunghe e sono munite di grossa nervatura mediana. Nella parte centrale delle foglie si forma una falsa infiorescenza a “corimbo”, di forma, colore e pezzature variabili a seconda della cultivar.
L’infiorescenza vera e propria è un racemo derivante dall’allungamento dei peduncoli carnosi del corimbo. I fiori, che si sviluppano dall’infiorescenza nel secondo anno, sono di colore giallo intenso. Il cavolfiore, il cui nome deriva da due parole di origine latina “caulis” (fusto) e “floris” (fiore), è originario dal Medio Oriente ed è stato importato in Europa dagli Arabi intorno all’anno 1000 diffondendosi poi in tutto il continente, a partire dalla Spagna, primo Paese dove è stato coltivato. Durante il Settecento era un ortaggio conosciuto in tutta Europa, ma solo alla fine del secolo scorso si cominciò a coltivarlo in pieno campo diventando in breve tempo uno degli ortaggi più apprezzati dai consumatori.
Il Frutto:
Le parti commestibili, unitamente alle foglie involucranti più tenere, sono le infiorescenze, chiamate teste o palle, di colore bianco o bianco-avorio, violetto o verde, tenere per l’assenza di tessuti sclerenchimatici e di vasi legnosi, commestibili prima che si sviluppino i getti fiorali. Le teste tendono ad ingiallire quando si supera il momento ottimale per il consumo. In Italia la coltivazione del cavolfiore è molto diffusa. La troviamo in Campania, Marche, Toscana, Puglia, Calabria, Veneto, Lazio, Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Molise, Piemonte, Sicilia, Trentino Alto Adige, Umbria.
Le varietà si distinguono in quattro gruppi principali, a seconda dell’epoca di maturazione: cavolfiori precocissimi, precoci, invernali, tardivi. Tra le varietà precocissime troviamo: Precoce di Toscana tipo “prima mano”, Precoce di Jesi, Primaticcio di Malta, Primaticcio di Algeri, Gigante Primis.
Tra le precoci: Precoce di Portici, Natalino, Precoce di Toscana tipo “seconda mano”, Violetto di Sicilia. Tra le invernali: Gigante di Napoli, Gennarese, Febbrarese, Precoce di Toscana tipo “terza mano”. Tra le tardive: Tardivi di Pisa, Tardivo di Fano, Marzatico, Aprilatico.
Caratteristiche nutrizionali:
Il cavolfiore ha un basso contenuto calorico, è ricco di sali minerali (fosforo, potassio e rame), vitamina B ed aminoacidi. Il potassio, presente nel cavolfiore a livello ottimale, ha un ruolo essenziale per il buon funzionamento del corpo umano: è un elemento che entra in gioco in numerose funzioni organiche, quali la trasmissione degli impulsi nervosi alle fibre muscolari, la funzionalità di numerosi enzimi digestivi e il bilanciamento idrico cellulare.
Recentemente, sono stati individuati componenti anti-ossidanti capaci di inattivare gli effetti cancerogeni dei radicali liberi. L’acqua di cottura, ricca di zolfo, è ottima per la cura degli eczemi e delle infiammazioni in genere
Gastronomia:
Si consuma generalmente come contorno, lessato e condito con olio, aceto o limone, conservato sottaceto, gratinato con la besciamella, fritto con la pastella, ma può diventare ingrediente di base per zuppe, pasta, frittate, insalate, ecc.